mercoledì 11 aprile 2012

Nizza su due ruote!!!

25 Aprile 2010


È la sera del 24 aprile, domani, eccezionalmente, sia io che mia moglie siamo in festa. Non capita mai!
È per questo che decidiamo di concederci l’ebbrezza di una vera e propria spedizione in territorio francese.
Decidiamo di andare a visitare Nizza, ma in una maniera un po’ più naif: in scooter!
Subito clicco su Google Maps (non ho il navigatore satellitare perché ho la presunzione di non averne bisogno) per conoscere la distanza e scopro che sono appena 200km Si può fare!
Wikipedia mi illustra le cose da fare e da vedere in questa città che a giudicare da quel che leggo dev’essere proprio carina!

Ore 5.15 del 25 aprile
Svegli presto, perché dobbiamo preparare i panini (decidiamo di non mangiare al ristorante, ma di fare un pic-nic in uno dei parchi cittadini…e anche per contenere le spese!)

Ore 6.25 siamo in autostrada, sereni, perché è domenica e vige il divieto di transito dei mezzi pesanti.
Dopo un’ora di strada decidiamo che è arrivato il momento di fare una sosta all’autogrill nei pressi di Bordighera per una buona colazione.
Due caffè, due brioches e due succhi per un totale di € 8,20.
All’autogrill abbiamo anche il tempo di giocare con un bellissimo cucciolo di una ragazza tedesca (credo un’artista di strada) che ci fa le feste non appena gli sorridiamo.
Prima di ripartire ci riforniamo di carburante € 8,00.
I paesaggi che si presentano davanti ai nostri occhi ci invitano a imboccare la prima uscita e tuffarci nel meraviglioso blu del mare che vediamo di sotto.
Un’altra ora di strada e arriviamo in Francia. Il paesaggio non cambia, mare meraviglioso sotto a sinistra e stupende vallate sulla destra.
Da segnalare che (almeno per il tratto che abbiamo percorso noi) le autostrade francesi ci hanno fatto rimpiangere quelle italiane: rattoppi e qualche bucherella…
Non esistono più frontiere, siamo in Unione Europea, all’uscita di Ventimiglia il pedaggio è di € 16,20. Si prosegue in autostrada francese A8 senza ritirare alcun biglietto. Il pedaggio verrà calcolato automaticamente in € 2,10 all’uscita di Nizza. Ci sono diverse uscite (credo 8) per Nizza; noi abbiamo preso la prima, quella per il centro.
Attenzione alle indicazioni stradali: bisogna aguzzare la vista per non sbagliare!
Comunque arriviamo in centro (senza saperlo in realtà) in 10 minuti, a due passi da Place Garibaldi.

place Garibaldi

Parcheggiamo il nostro glorioso scooter, che dopo 12 anni di onorato servizio è ancora capace di portarci ovunque vogliamo senza batter ciglio!


I parcheggi per i motorini sono gratuiti, a differenza di quelli per le auto. Consigliamo di parcheggiare l’auto appena possibile, perché la viabilità cittadina è complicata e i mezzi pubblici sono efficienti.
Place Garibaldi è davvero carina, con una statua ,circondata da una fontana, dedicata al suo concittadino, eroe dei due mondi, che si opponeva alla cessione della città alla Francia…devo dire però, che è stato un bene che Nizza sia passata alla Francia, non so se gli italiani avrebbero saputo renderla e mantenerla così bella ed ordinata.
Primo problema…non disponiamo di cartine della città e qualche gentile vecchietto, vedendoci in difficoltà, ci viene incontro e cerca di darci indicazioni in italiano all’ombra di una strana e gigantesca struttura: scopriamo che si tratta della Tete au carrè, una testa umana stilizzata con fattezze quadrate, sede della biblioteca Nucera.


Tete au Carrè
Decidiamo di visitare per prima la chiesa russa ortodossa dedicata a San Nicola. Una splendida costruzione risalente agli inizi del ‘900 su ispirazione della basilica di San Basilio di Mosca. Ne rimaniamo davvero affascinati, gli stucchi colorati, i mosaici e le lavorazioni delle facciate della chiesa sono qualcosa di spettacolare ed inusuale per noi.

Da sottolineare il fatto che la chiesa è immersa in un bellissimo giardino dove potersi fermare all’ombra degli alberi per riposarsi un po’.
La chiesa è un po’ fuori mano, bisogna camminare un po’. Per fortuna, che per il percorso si passa dalla stazione dei treni. Qui abbiamo trovato un ufficio turistico e abbiamo potuto prendere una cartina davvero dettagliata della città.
Riprendiamo il nostro lungo cammino a piedi di oggi dirigendoci verso il mare per Boulevard Gambetta, un viale bello ed elegante, pieno di edifici di pregevole fattezza in stile ottocentesco, negozi carini, caffè e boulangerie, da dove vediamo uscire i nizzardi con la tipica baguette sotto il braccio.
Dopo una buona passeggiata arriviamo sul lungomare che qui prende il nome di promenade des Anglais.

Un lungomare lunghissimo, dalle ampie strade e marciapiedi, disseminato di bar e hotel.Abbiamo voglia di un buon caffè e allora decidiamo di fermarci in uno dei tanti bar con i tavolini all’aperto che dall’insegna ci sembra di gestione italiana. Non sbagliamo, il personale è italiano, ma la qualità del caffè no…
Il caffè italiano non lo sanno fare da nessun altra parte al mondo!
In compenso gustiamo anche una buona crepe alla nutella. Due caffè + una crepe = € 8,60
È ora di pranzare. E c’è anche un caldo da estate. Senza indugio raggiungiamo la già tantissima gente stesa in spiaggia a prendere il sole dove rimaniamo a crogiolarci per un bel po’ e nel frattempo ci rifocilliamo.

La spiaggia è di sassi, ampia e lunghissima (e nonostante l’affollamento non si sta uno addosso all’altro!) e soprattutto pulita. Anche l’acqua sembra esserlo, ma non abbiamo il costume per fare un bagno e con rammarico vi rinunciamo
Dopo esserci adeguatamente abbronzati la carovana si rimette in moto alla volta della parte vecchia della città
È un intricato labirinto di strette stradine pedonali e di alcune più ampie, ma tutte bellissime. Piene di vita, di negozi, di bazar orientali, di ristoranti, di bar e tutti gli edifici sono tenuti splendidamente e la pulizia è dovunque…proprio il contrario dei nostri centri storici.
È un piacere perdersi per questi straordinari vicoli…si trova di tutto: negozi di souvenir e addirittura una piazza dove si vende il pesce fresco e si ha anche la possibilità di farselo cucinare al momento e mangiarlo ai tavolini, sotto l’ombrellone…
Anche gli artisti di strada offrono spettacoli fuori dal comune: noi ci imbattiamo in uno spettacolo di capoeira brasiliana! Tre ragazzi che tra la folla fanno davvero i salti mortali per campare!
Dal centro storico si passa quasi senza accorgersene in Place Massena, splendido esempio di arte moderna intrecciata all’eleganza di una piazza ottocentesca.
Dal pavimento piastrellato della piazza si innalzano alti piedistalli di metallo che sulla sommità presentano statue dalle fattezze umane che di notte si colorano di vivacissimi colori. (peccato non aver avuto la possibilità di vederle illuminate).

Ad abbellire i grandi spazi della piazza (che ad ogni lato sembra una piazza diversa) giardini, fontane e statue.
Il mio parere su Place Massena? Meravigliosamente affascinante!
Ormai stanchi, ci rendiamo conto di essere ad un tiro di schioppo dal nostro scooter e a malincuore decidiamo di rimetterci in sella alla volta di Genova, perché siamo davvero esausti.
Ci perdiamo così la visita ai parchi della città e a chissà quante altre meraviglie, ma ci ripromettiamo di tornare in questa splendida Nizza!

lunedì 9 aprile 2012

ONE WEEK IN LONDON!

7 GIORNI A LONDRA??? NON BASTANO…(con una puntatina a Stonehenge)

Non bastano davvero! C’è troppo da vedere e da fare nella metropoli più grande, popolosa, frenetica, viva e ricca d’Europa.

GIORNO 1 (19/02/11)
Volo Ryanair da Genova. € 180 a/r x 2 persone – compreso di imbarchi prioritari.
Si parte e si arriva in perfetto orario all’aeroporto Stansted di Londra. Sull’aereo si ha anche la possibilità di acquistare i biglietti del treno “Stansted Express” che in circa 40 minuti mette in comunicazione l’aeroporto con la stazione della metropolitana di Liverpool Street di Londra. Costo per 2 persone: € 53 a/r.
Una volta in stazione compriamo la 7days Travelcard per “sole” £ 27,60 + £ 5 di deposito della carta. Il trasporto pubblico a Londra è caro, ma efficiente. Una sola corsa di metropolitana costa £ 4. Quindi consiglio vivamente la travelcard.
E’ anche abbastanza confortevole viaggiare se si evitano le ore di punta.
Da Liverpool Street arriviamo alla stazione di Earl’s Court, a due minuti a piedi dal nostro albergo.
La zona è carina, piena di negozi, pubs, ristoranti, internet point, piccoli supermercati. Tanti giovani, tanti turisti, tanti Italiani!
Abbiamo prenotato (tramite booking.com) una stanza matrimoniale al Mayflower Hotel (Trebovir Road, 26-28) per 7 notti e prima colazione: € 524.


HOTEL
L’hotel è grazioso e pulito, ma le stanze minuscole. La posizione è strategica, davvero a due passi dalla metro. Non c’è aria condizionata nelle stanze; il riscaldamento è con termosifoni, utili per asciugare velocemente la biancheria messa a lavare, il massimo se si vola con Ryanair! Lo spazio in valigia è poco! Ci sono persino le prese di corrente “all’italiana”, senza bisogno di adattatore. Il letto, però, è davvero scomodo…non è a due piazze, ma ad una piazza e mezza, duro e scricchiolante.
Il giudizio complessivo è comunque sufficiente.
La sera andiamo a mangiare al più vicino Mc Donald, che dista appena 200 metri dall’albergo. Siamo stanchi per il viaggio e non abbiamo voglia di folleggiare. Andiamo a letto presto, perché da domani ci aspettano lunghe giornate di “esplorazione”!

GIORNO 2 (20/02/11)
Sveglia alle 07.30 c’è tanto da scoprire oggi!
Dopo una colazione veloce in hotel ci dirigiamo senza dubbio a Westminster. Un viaggio a Londra comincia sempre da qui!
È emozionante uscire dalla stazione della metro di Westminster ed essere accolti dalla imperiosa mole del Big Ben!


È davvero meraviglioso! Alto 97 metri, con 4 quadranti da 7 metri di diametro l’uno e un meccanismo impeccabile. Il big ben deve il suo nome a un certo Benjamin Hall, un corpulento commissario preposto ai lavori di costruzione della torre stessa.
Non tutti sanno che il Big Ben è stato anche luogo di detenzione (di lusso) per le prime suffragette.
Rapiti da questa famosissima torre quasi ci si dimentica, per qualche istante, del grandioso edificio che le fa da contorno.
È il palazzo di Westminster, sede del parlamento britannico. Un meraviglioso esempio di stile gotico inglese, dove hanno sede la Camera dei Lords e la camera dei Commons.
La nostra guida Michelin suggerisce di visitarne gli interni, ma è domenica e non si può.
Così come non si può neanche visitare la Cattedrale di Westminster. È domenica e in chiesa ci sono le funzioni religiose.
A questo punto tutti i nostri programmi della giornata vengono stravolti e quindi cominciamo ad esplorare i dintorni.
Attraversiamo il Westminster Bridge che ci porta dall’altra parte del Tamigi. Da qui riusciamo a scattare belle foto del complesso del palazzo di Westminster-Big Ben-Victoria Tower…peccato per la tipica foschia londinese che colora di un bianco monotono lo sfondo di ogni foto…
Procedendo per il lungo fiume ci avviciniamo al London Eye, ruota panoramica dall’altezza vertiginosa: 135 metri!



Noi decidiamo di non salirci…non per vertigini, ma per il prezzo…circa £17 a testa. Preferiamo investire quei soldi in un hot dog preso lì nei dintorni e acquistando due cappelli. Il freddo si fa sentire!
Passiamo oltre anche all’Aquarium…veniamo da Genova e noi di acquari ne sappiamo abbastanza!
È qui che comincia la famosa passeggiata della Regina (Queen’s walk): una passeggiata lungo la riva sinistra del Tamigi cha dal Westminster Bridge arriva fino al Tower Bridge.
Se la si percorre tutta si possono ammirare tra tutti i Jubilee Gardens (giardini molto ben curati) e il particolarissimo Shakespeare Globe Centre, un teatro senza soffitto come all’epoca del grande poeta!!!
Il viale, tra l’altro, è popolato da un eccentrico esercito di artisti di strada! Potrete scattare una foto con Charlie Chaplin, con Jack Sparrow, Stanlio ed Onlio e molti altri (tutti somigliantissimi!)
I chilometri di questa passeggiata saranno ricompensati appieno dallo spettacolo del Tower Bridge.

Semplicemente il ponte più bello che abbia mai visto. E di sera questo ponte diventa ancora più magico.
Riattraversiamo il Tamigi per avvicinarci alla Tower of London. Una fortezza inespugnabile di stampo medievale dove sono conservati i gioielli della corona.
Visitarla è possibile, ma parecchio caro. Decidiamo (dato che la giornata è andata così) di limitare la nostra visita all’esterno della grandissima fortezza, anche scoraggiati dalla lunga coda di gente alla biglietteria. Riusciamo comunque a farci un’idea del complesso grazie alla nostra fedelissima e illustratissima guida Michelin. Ce la leggiamo comodamente seduti su una panchina, sorseggiando una tazza di tè bollente…(anche troppo bollente!)
Quando sembra che i nostri piedi abbiano ripreso le loro funzioni vitali decidiamo di chiedergli un ultimo sforzo. Destinazione Buckingham Palace.


Buckingham Palace
 Ci andiamo in metropolitana, scendiamo alla stazione St James’s Park, proprio a due passi dalla celebre residenza reale. È pomeriggio, e la cerimonia del cambio della guardia ce la siamo già persa perché si tiene alle 11.30 del mattino, ma scopriamo che oggi non ci siamo persi comunque nulla, perché nel periodo tra agosto e marzo si tiene solo un giorno su due e oggi era ovviamente il giorno no!
Diamo un veloce sguardo alla facciata e ai mirabili cancelli in ferro battuto del palazzo, poi al memoriale della Regina Vittoria; quindi ci incamminiamo lungo il Mall. Il Mall è un lungo viale alberato che separa Buckingham Palace dal parco di St James, costituendo una sorta di viale trionfale per le parate in onore della regina. Questo viale sbocca su Trafalgar Square attraverso l’Admiralty Arch.
Ora siamo davvero parecchio stanchi…decidiamo di tornare in albergo per riposarci un po’ e ci ripromettiamo di tornare al Tower Bridge in serata per scattare qualche foto notturna.




L’idea si rivela azzeccata. Il Tower Bridge di sera è magnificamente illuminato e la sponda sinistra del Tamigi vista da quella destra è un tripudio di luci colorate.

GIORNO 3 (21/02/11)
Oggi ci svegliamo con più calma. La nostra tabella di marcia odierna prevede in primis la visita alla cattedrale di Westminster che ieri non abbiamo potuto fare, e le visite cominciano alle 10,00.
Curiosando nella reception dell’hotel notiamo tanti volantini pubblicitari di gite, rappresentazioni teatrali e tanto altro…
I miei occhi si illuminano quando scorgo l’offerta per una gita a Stonehenge a sole £25 a testa. La quota comprende il trasferimento diretto da Londra in pullman GT e l’ingresso al sito.
Non possiamo perdere l’occasione, sia io che mia moglie siamo affascinantissimi da questo luogo ed eravamo partiti da Genova con la mezza intenzione di andarci. Chiediamo quindi alla gentilissima ragazza alla reception di prenotarci due posti per il giorno dopo. (info: www.evanevanstours.co.uk - tel. 020 7950 1777)
La coda all’ingresso della cattedrale di Westminster è ancora poco lunga quando arriviamo e comunque molto scorrevole. Non rimaniamo ad aspettare per più di 10 minuti. Il biglietto costa £16 a testa, compresa un’audio-guida in italiano e la piantina della chiesa.


Cattedrale di Westminster - facciata

Scatto rubato nel Poets's Corner
 All’interno è un tripudio di opere d’arte; la voce grossa la fanno le opere scultoree di commemorazioni funebre.
La cattedrale è un luogo di sepoltura di re, regine, nobili, artisti e scienziati britannici. È come passeggiare in un cimitero di celebrità.
Le statue sono meravigliose e antichissime (le più vecchie hanno circa 800 anni).
Non meno meravigliosi sono l’ altare maggiore, il maestoso coro e il grandioso organo.
Ma il mio cuore ha palpitato quando sono entrato nel famosissimo Poets’ Corner, l’angolo dei poeti.
Sono un amante della letteratura, e trovarmi al cospetto delle lapidi di Chaucer, Dickens, Kipling, Jane Austen e delle sorelle Bronte (per citarne solo alcuni), mi ha fatto venire la pelle d’oca.
Comunque ogni anfratto di questa cattedrale merita di essere visto, peccato che la folla di turisti è costante, ma provate a fissare gli occhi delle statue e ad estraniarvi da tutto…sembrerà di leggere nei loro occhi le loro storie, storie che hanno fatto la storia! Scusate il gioco di parole…
Dopo circa un paio d’ore consideriamo finita la nostra visita a Westminster e torniamo nei pressi dell’albergo per mangiare e riposarci.
Di primo pomeriggio si riparte. Mia moglie, da grande fan dei Queen, insiste per andare a vedere la casa del mitico Freddy Mercury in Logan Place, nella zona di Kensington. È davvero vicinissima al nostro hotel, quindi ci arriviamo a piedi, passeggiando tra schiere di case eleganti in puro stile british!
Non si può vedere nulla di ciò che doveva essere la residenza della rockstar, perché ora è totalmente recintata da un altissimo muro con filo spinato…solo un portoncino verde con la scritta “Garden Lodge” rimane a indicare il passato di questa casa. Ma i tantissimi fans che vengono fin qui per respirare la stessa aria che il loro mito respirava ormai 20 anni fa lasciano comunque una scritta, una dedica. Il risultato è che il muro sta diventando un piccolo memoriale.


Garden Lodge
 Torniamo sulla strada principale, Cromwell Road, e prendiamo un Dobledecker (linea 74 dir centro) e arriviamo da Harrods!!!
Io lo considero il paese dei balocchi.

C’è tutto e di più la nostra immaginazione possa concepire. Cibi da tutto il mondo, gioielli da mille e una notte, gadgets, profumerie gigantesche, abbigliamento di classe…insomma, un turbinio di stimoli allo shopping che ci frastorna. Decidiamo di prenderci una pausa caffè in uno dei tanti bar all’interno. Subito dopo scappiamo da questo meraviglioso inferno dello shopping…non siamo tagliati per lo shopping sfrenato.
A me Harrods ha fatto riflettere su tante cose…Sul consumismo, sulla schiavitù dell’uomo dagli oggetti, sullo spreco di materiali…mi sono sorpreso a fare queste riflessioni in vacanza, ma non ho potuto farne a meno…sarà perché subito fuori da questo negozio ho fatto di nuovo i conti con la realtà…c’era chi chiedeva l’elemosina.
Il tempo da Harrods è volato, ne usciamo che è già buio. Non perdiamo quindi l’occasione di una visita notturna a Piccadilly Circus, la piazza londinese più americana.
È uno snodo stradale trafficatissimo, affollatissimo di turisti, e illuminatissimo. Ci sono le insegne pubblicitarie luminose come nelle piazze newyorkesi che trasmettono messaggi pubblicitari cangianti. Un piccolo spettacolo! Per non parlare degli artisti di strada!
Da qui, costeggiando un viale pieno zeppo di teatri e ristoranti, raggiungiamo un’altra famosissima piazza: Trafalgar Square, piazza eretta per commemorare la vittoria dell’ammiraglio Nelson nella battaglia di Trafalgar.
Ogni lato di questa piazza sembra una piazza diversa.
Sul lato nord si affaccia l’imponente mole della National Gallery, e qualche metro più in là si staglia la sagoma particolare della chiesa di St Martin in the Fields, dal corpo in stile neoclassico e dal campanile in stile barocco sormontato una guglia e infine da un obelisco.
In tutta la piazza sono presenti diverse statue: la più significativa è la colonna di Nelson, una colonna alta 44 metri sormontata da una statua dell’ammiraglio di 5 metri. Sui lati della colonna sono scolpite le grandi battaglie dell’ammiraglio, compresa quella di Trafalgar, che gli costò la vita.
La colonna è anche circondata da 4 colossali leoni in bronzo dall’aspetto fierissimo. Peccato che i turisti ci montino su senza un minimo di rispetto per farsi una foto.
Mi ha davvero stupito che i poliziotti permettessero tutto questo… in una società rigidamente perbene come quella inglese non me l’aspettavo questo lassismo.
Due belle fontane che di notte vengono sapientemente illuminate contribuiscono a rendere speciale questa piazza.



Siamo abbastanza distrutti e imbocchiamo la via del ritorno in hotel, ma solo per darci una rinfrescata. Dopo pochissimo siamo di nuovo in strada alla ricerca di cibo!
Decidiamo di entrare in un localino dall’aspetto delizioso in Earl’s Court Road che promette di essere un ristorante italiano.
Il proprietario parla un ottimo italiano, ma ahimè la cucina non ricorda neppure lontanamente i sapori di casa nostra.
Dopo aver pagato il conto, per giunta abbastanza salato, ci infiliamo in un pub per sorseggiare una buonissima birra gelata al bancone. Uno dei piaceri dei londinesi che più condivido.

La serata finisce qui. Torniamo in albergo per riposare le nostre esauste membra su quel materasso spacca-ossa!

GIORNO 4 (22/02/11)
Oggi è il gran giorno! Si esaudisce un desiderio che avevo da tempo.
Si va a Stonenhenge!
La partenza è prevista per le 11.45 dal cortile interno del Royal National Hotel in Bedford Way, nei pressi di Russell Square.
Ci arriviamo con largo anticipo e facciamo due passi nei dintorni acquistando e spedendo qualche cartolina.
Torniamo al punto di ritrovo per aspettare l’autobus e nel frattempo scambiamo due chiacchiere con una famiglia italiana che verrà con noi. Incredibile, sono genovesi e abitano a poche centinaia di metri da casa nostra. Il mondo è davvero piccolo!
La partenza è puntuale, ma il viaggio sarà abbastanza lungo perché ci saranno altre tre fermate in punti diversi della città…il traffico rallenta la tabella di marcia, e in più, alla terza fermata accade un disguido che ci fa perdere un buon quarto d’ora. Non riusciamo a capire di cosa si tratta, ma abbiamo intuito che non è stato accettato a bordo un passeggero che aveva un biglietto prenotato in maniera sbagliata…
Comunque si riparte e ci lasciamo Londra alle spalle imboccando la A4 in direzione ovest.
Attraversiamo paesaggi tipicamente inglesi che mi riportano alla mente i cartoni animati che guardavo da piccolo ambientati nella brughiera o scenari usciti direttamente dalle pagine di un romanzo di Jane Austin…
Praterie, fattorie, laghetti artificiali, cavalli, pecore, mucche…È stranissimo vedere tutta questa natura tranquilla a poche decine di minuti da una metropoli come Londra.
Un po’ di invidia mi attraversa pensando a chi abita qui, ma poi mi ravvedo subito pensando al bel clima e al buon cibo italiano…non saprei rinunciarvi per nulla al mondo!
Prima di arrivare a destinazione facciamo una sosta all’autogrill, perché a Stonehenge non c’è assolutamente nulla se si esclude un negozietto di souvenirs.
Dopo un’altra mezz’ora finalmente riesco a scorgere le sagome dei megaliti!
Il mio cuore perde un battito e la mia espressione del volto rivela tutta la meraviglia. Non sono meravigliato solo dalla imponenza dei massi, ma da ciò che essi rappresentano e da ciò che hanno rappresentato. Nella nostra società dove si conosce tutto e si analizza tutto scientificamente, non si è ancora riusciti a carpire il segreto che questi massi muti hanno da raccontarci… Cosa sono? Chi li ha portati qui? E Come?
È un mistero affascinante che merita di rimanere un mistero. Abbiamo bisogno al giorno d’oggi di un po’ di fantasia.
Ma mettiamo da parte le emozioni per un po’ per qualche nozione pratica.
L’ingresso al sito è a pagamento. Non so precisamente l’importo perché la nostra quota era compresa nel viaggio. All’ingresso viene consegnata un’audio-guida in italiano che spiega, o meglio cerca di spiegare, quale potesse essere il ruolo di Stonehenge e in che modo queste pietre sono state trasportate fin là, chi ha progettato e costruito il sito…
Sono solo supposizioni. La cosa certa è che le pietre hanno delle posizioni che non possono essere frutto del caso.
Hanno allineamenti astronomici perfetti che coincidono con la posizione del sole in alcuni giorni particolari dell’anno (ad esempio solstizio d’estate).
Non tutti sanno che poi intorno al sito è tutto un susseguirsi di piccoli rigonfiamenti del terreno. Non sono naturali, ma sono opera dell’uomo e per la precisione sono siti di sepoltura primitivi.
Entrare all’interno del circolo di pietre oggi non è più possibile. Le si può ammirare solo da una certa distanza che da un lato è davvero minima. Le foto più scenografiche, invece, si possono scattare dal versante opposto, quello più lontano dal circolo.



Tra una spiegazione dell’audio-guida e qualche foto passa il tempo che avevamo a disposizione, circa un’ora e mezza. Ma io indugio ancora un po’. Ora che il numero dei turisti è diminuito e il chiasso è molto più lontano cerco di estraniarmi da tutti i rumori e da tutte le presenze umane nei dintorni.
Cerco di immaginare il posto in assoluto silenzio, pensando a come doveva apparire 5mila anni fa. Basta poco per immaginare le processioni, i riti, la gente che avremmo potuto davvero vedere qui e volgo anche uno sguardo tutto intorno al posto. A perdita d’occhio dolci colline verdeggianti, nebbia e foschia e silenzio. Che luogo mistico, mi viene la pelle d’oca e non per il freddo.
Purtroppo non posso trattenermi oltre e con mia moglie raggiungo il pullman.
Il rientro a Londra è più veloce e per nostra fortuna la prima fermata in città è in Cromwell Road, a pochi passi dal nostro albergo. Balziamo giù e ci infiliamo nel primo ristorante italiano che incontriamo.
Anche questo ristorante però, di italiano ha solo il nome.

GIORNO 5 (23/02/11)
La giornata di oggi è dedicata alla cultura. Si va al British Museum!
Il più famoso museo britannico. Non è bastata una giornata per ammirare con attenzione tutto. La quantità di oggetti esposti è talmente vasta che ci vorrebbero almeno 48 ore! Per non parlare della rara bellezza di ogni opera d’arte e dei reperti archeologici qui conservati.

Facciata neoclassica del British Museum
 La cosa migliore sarebbe arrivare con l’intenzione di visitare solo i settori di maggiore interesse per se stessi, ma è difficile scegliere. A noi interessava la stragrande maggioranza dei settori. I più significativi per noi erano quello dell’antico Egitto, dell’l’antica Roma e Grecia, dei popoli della Mesopotamia, il medioevo europeo e infine il reparto degli orologi. Abbiamo comunque deciso di dare una rapidissima occhiata anche all’arte cinese, giapponese e islamica. Abbiamo saltato del tutto le restanti sezioni.
oOtre all’enormità di oggetti esposti, si devono fare i conti con le migliaia di visitatori. Un vero carnaio. Credo che ci saranno state almeno 7/8 mila persone all’interno del museo…tra una sezione e l’altra.
A mio modesto avviso l’esposizione degli oggetti è stata organizzata malissimo. Data la vastità del museo è facile smarrirsi all’interno. Io avrei preferito dei percorsi obbligati più marcati per area geografica o periodo storico. Siamo passati più e più volte dalle stesse stanze e chissà quante cose invece non abbiamo visto solo perché presi dallo sfinimento. È un vero labirinto con il tipico effetto Ikea della domenica pomeriggio pre-natalizia. Dopo un’ora dall’entrata cominci a non capirne più niente e a camminare a vuoto.
Molti scelgono di cominciare la visita dal settore egizio per vedere subito il reperto forse più importante dell’intero British Museum: la Stele di Rosetta.
Vi sarà difficile avvicinarvi perché ci sarà sempre un nugolo di affamati fotografi vacanzieri che cerca di portarsi a casa lo scatto perfetto della stele. Ma non temete, anche loro come voi, perderanno l’entusiasmo a breve e quindi in tutte le altre sale non vedrete scene di questo tipo, l’atmosfera sarà più rilassata e riuscirete a godervi molto di più i pezzi esposti.
Questa è una grande pecca del museo. Un pezzo straordinario come la Stele di Rosetta merita un posto migliore dell’ingresso. Qui è vittima di morbosa curiosità e non di vero interesse. Dovrebbe essere esposta alla fine di un percorso, in modo da essere quasi un premio per il visitatore in un crescendo di meraviglia
Comunque non sarà l’unico capolavoro. Ogni pezzo qui conservato ha un valore inestimabile dal punto di vista oggettivo, ma anche storico e artistico. Anche un non appassionato di musei qui resta a bocca aperta. Vi troverete a passeggiare tra mummie, sarcofagi, statue, dipinti, gioielli, oggetti sacri, orologi magnifici di ogni foggia e dimensione, oggetti di uso comune vecchi di millenni, armi, e addirittura vi sorprenderete davanti alla maestosità del Monumento delle Nereidi (un vero e proprio tempio smontato in Grecia e rimontato al British).
Tra i pezzi forti anche i Marmi del Partenone, i resti del Mausoleo di Alicarnasso e un testone dell’Isola di Pasqua, solo per citare quelli che ora mi vengono in mente. Ma vi giuro, ce ne sono milioni. Il British Museum (insieme al Victoria and Albert Museum che vedremo più avanti) merita da parte di tutti una visita nella vita.
È un’eredità mondiale, è la storia del mondo concentrata in un museo. Tutti ne siamo beneficiari. Ed è anche per questo che l’ingresso al museo è gratuito.
Nasce però una considerazione. La stragrande maggioranza, credo 80-85 % degli oggetti non è di provenienza britannica, ma italiana, greca (inclusa Magna Grecia) ed egiziana. Poi molto arriva anche dall’Oriente: Cina, Giappone e Korea. Tanto anche dalla Mesopotamia (Arabia, Iran, Iraq, Siria, ecc) e dall’Africa.
Buona parte dell’arte sacra del medioevo europeo proviene da Spagna, Germania, Francia, Belgio e Olanda.
È giusto che Sua Maestà tenga per sé tutto questo patrimonio mondiale che in fondo non le appartiene?
Che almeno il nome del museo venga cambiato! Io proporrei Mondial Museum…
Usciamo dal British Museum stanchi morti a pomeriggio inoltrato. Senza indugi ce ne andiamo in hotel per riposare!
Poi cena al Mc Donald! …wow…

GIORNO 6 (24/02/11)
La giornata di oggi è dedicata alla scoperta della City e allo shopping alternativo a Notting Hill.
Dopo la solita colazione in hotel (solita perché dopo 5 giorni al buffet c’è sempre la stessa modesta varietà di roba) si parte armati di guida Michelin alla volta del quartiere degli affari londinese: la City.
È il quartiere dei grattacieli (non tanti e non alti come quelli di New York, ma comunque belli), ma per contrasto è anche la zona più vecchia di Londra, ed è possibile accorgersene dalla toponomastica; solo qui le stradine interne somigliano ai vicoli dei nostri centri storici, e tra un edificio moderno e l’altro vi imbatterete in antiche chiesette del XVII secolo (es. St Mary-le-Bow) e addirittura in un convento di benedettine con le facciate in mattoni rossi (St. Helen Bishopsgate).

St. Helen Bishopsgate e il Jerkin
La visita parte dalla Cattedrale di St. Paul, di cui ammiriamo solo gli esterni. Il biglietto costa caro e per principio sono restio a concedere facilmente soldi alle chiese…(anche se servono per il mantenimento delle opere d’arte – per Westminster ho fatto uno strappo alle regole). Gli esterni sono di dimensioni ragguardevoli (St. Paul ha la cupola più grande di Londra) ma esteticamente banali. La meraviglia attende il visitatore all’interno.
Ma come già detto, noi decidiamo di passare oltre. Imbocchiamo Cheapside Poultry fino ad incontrare le chiesetta di St. Mary-le-Bow, la chiesa del vero londinese.
Infatti si dice che per essere un vero Cockney (cioè un vero londinese) si deve poter udire da casa propria il suono delle sue campane. Tra l’altro il campanile di questa chiesa è stato ristrutturato dal famoso Wren (mezza Londra l’ha costruita lui…) nel decennio 1670/1680. L’interno merita uno sguardo: c’è un organo molto bello.
Percorriamo ora Bow Lane, un’antica viuzza pedonale ricca di negozi caratteristici, e arriviamo in Cannon Street, da qui scorgiamo la sagoma del Gherkin (moderno grattacielo in vetro a forma di cetriolo) e decidiamo di lasciare perdere l’itinerario della nostra guida per raggiungerlo a vista…era da un po’ che ci facevo la punta!
Questo successo architettonico degli ultimi anni è la sede di una compagnia di assicurazioni svizzera ed è posizionato proprio alle spalle dell’antico e piccolissimo convento di benedettine di St. Helen Bishopsgate. A dire il vero, ormai, è il convento ad essere circondato da grattacieli. Incredibile contrasto!
Pausa pranzo: prendiamo un panino all’italiana da un bar (modernissimo) che serve la pausa pranzo degli indaffaratissimi impiegati della City e ci fermiamo a mangiarlo su una panchina nel cortiletto antistante il piccolo convento. Un’oasi di pace circondata da una foresta di palazzoni e stress.
Ripartiamo ora in direzione Nottingh Hill, ma con l’intenzione di passare prima in Denmark Street, a Soho, per cercare un libro di musica che in Italia mia moglie non riesce a trovare.


Vetrine in Denmark Street
 Denmark Street è una piccola via dedicata alla musica. Si trovano solo negozi di strumenti, dischi, editoria musicale, spartiti, gadgets di band, sale prova e di registrazione, ecc.
Per arrivarci prendiamo la Central Line (la metro rossa) dalla stazione Bank e scendiamo a Tottenham Court Road. Appena usciti dalla metropolitana troviamo una sorpresa ad attenderci: il Dominion Theatre sormontato da una gigantesca statua di Freddy Mercury (stile Montreux): c’è il musical “We Will Rock You!”

È una combinazione che non possiamo ignorare, avevamo visto i manifesti in giro per la città e avevamo desiderato di andarci, ma non sapevamo dove fosse il teatro.
Senza indugi andiamo a informarci sugli orari degli spettacoli e sui prezzi dei biglietti.
Il prossimo spettacolo è fra circa un’ora e mezza e il biglietto più economico costa £30 (a testa ovviamente).
Decidiamo che vale la pena spenderli. Durante l’ora e mezza a disposizione prima dello spettacolo ci immergiamo in Denmark Street, ma per oggi addio Notting Hill.
Ma la consolazione (e che consolazione!) ci aspetta a teatro: due ore di puro godimento per le nostre orecchie e per gli occhi.
Il cast è eccezionale. Voci incredibili, coreografie spettacolari, orchestra dal vivo (l’ho scoperto solo all’ultimo, i musicisti erano talmente bravi che ho creduto che la musica fosse registrata), luci, suoni ed effetti speciali mozzafiato, per non parlare delle mitiche canzoni dei Queen.
Tutto ciò ci ha fatto rimpiangere davvero poco il fatto di non capire proprio tutti i discorsi…molte volte ci scoprivamo gli unici in tutto il teatro a non ridere alle battute…
Torniamo in hotel soddisfatti come non mai!

GIORNO 7 (25/02/11)
Siamo così giunti, purtroppo, all’ultimo giorno di permanenza a Londra.
La giornata era stata precedentemente dedicata al Victoria and Albert Museum, ma ora dobbiamo dividerla con Notting Hill…Perciò la visita al museo sarà davvero veloce.
Da Cromwell Road prendiamo il 74 direzione centro ed arriviamo proprio davanti al museo che apre alle 10.00
Entriamo (l’igresso è gratuito!) con la promessa di soffermarci solo sui capolavori e su ciò che strada facendo ci affascinerà maggiormente.
Facile a dirsi! Appena entrati ci rendiamo conto che non sarà facile passare con frettolosa indifferenza da un’opera all’altra. Sono tutte meravigliose.
Sulla guida Michelin apprendiamo un piccolo particolare…gli oggetti in mostra sono circa 4 milioni! Ci vorrebbero settimane per ammirarli per bene tutti!
Eliminiamo dal nostro percorso tutte le sale che non sono di arte scultorea (e oggettistica sacra) europea.
Diciamo quindi addio a tutta l’arte orientale e alle sale Materials & Techniques (sale a tema dedicate ai materiali e metodi dell’arte, es. arazzi, ferro battuto, ecc)
Nonostante tutto ciò che abbiamo eliminato la mezza giornata vola in un battere di ciglia e i nostri occhi non riescono mai ad abituarsi alla straordinaria bellezza della sculture esposte (anche qui, per la maggior parte italiane…Grrr…)
Ci si riesce davvero ad innamorare di alcune statue!
Il tempo è tiranno. Usciamo con rammarico dopo circa tre ore.
La stazione della district line (metro verde) di South Kensington è proprio sotto il museo e ci porta in 10 minuti direttamente alla stazione Notting Hill Gate.
La prima cosa da fare è procacciarci il cibo, e qui le occasioni non mancano. Abbiamo addirittura trovato un bar-gelateria davvero italiano!
Il locale si chiama Gelato Mio, è una catena neo-nata, ma in crescita. Ci lavora un ragazzo italiano d Trento molto gentile col quale abbiamo scambiato due chiacchiere sullo stile e sul costo della vita londinese.
È qui che abbiamo bevuto il primo vero caffè espresso della settimana. Cavolo quanto ci mancava!
Riprendiamo il cammino in direzione della celeberrima Portobello Road.

Strada facendo si passeggia tra schiere di villette e casette graziosissime, dallo stile architettonico reso famoso dal film “Notting Hill”.

Quando si arriva a Portobello non ci si sente più a Londra. Credevo di essere arrivato in un suq mediorientale. Ovviamente senza venditori che ti assalgono per vendere, ma con vetrine e bancarelle altrettanto confuse, colorate e diverse tra loro.

Si può trovare di tutto. Dalle paccottiglie a pezzi d’arte di antiquariato. Oltre agli ambulanti (pochi, in realtà) tutti i negozi espongono in strada la merce.
Mi è rimasto impresso un negozio che vendeva solo pomelli! Ma ogni pomello era un’opera d’arte! Bellissimi! E costosissimi…

Negozi di abiti usati, di abiti stravaganti, di souvenirs, vi giuro, c’era di tutto.
E per cornice a questo coloratissimo mercato, schiere di bellissime casette colorate.
Nella parte bassa di Portobello Road la merce diventa commestibile!
Cibo da ogni parte del mondo!
Nella mia vita ho lavorato anche per 2 anni in un negozio di frutta e verdura, ma la metà della merce che ho visto sui banchi di questo mercato non ero in grado di riconoscerla!
Dopo qualche acquisto stravagante raggiungiamo la metro più vicina e torniamo in albergo per riposarci un po’.
È l’ultima sera a Londra e vogliamo spremere fino all’ultima goccia questa vacanza.
Il tempo di una doccia e siamo nuovamente in strada.
Stasera decidiamo di andare a mangiare da Nando’s, un locale in Earl’s Court Road, all’incrocio con Trebovir Road, a due passi dal nostro albergo. Tutte le sere ci passavamo davanti e ogni sera dicevamo “…dovremmo andarci!”
Oggi ci entriamo e ordiniamo. Scopriamo che è un locale dove si mangia piccaaaaaaaaaaaaanteeeeeeee.
Andiamo letteralmente a fuoco, ma il cibo è buono.
Usciamo e ci rendiamo conto di una cosa…Non abbiamo ancora visto Westminster e il Big Ben di sera…
Senza esitare ci infiliamo in metropolitana e arriviamo velocissimi a destinazione. Il posto è ancora più bello di sera. Illuminato sapientemente diventa una preda appetitosa per l’obbiettivo della mia Canon.

Passeggiamo ancora un po’, l’atmosfera è romantica e la nostalgia del saluto rende tutto più intenso. Il traffico del giorno è scomparso e si può godere di una Londra silenziosa.
Dopo un po’, però, diamo l’arrivederci alle rive del Tamigi e promettiamo di tornare.
Non sono bastati affatto 7 giorni per scoprire l’essenziale. Per me è stata la prima volta qui, mia moglie invece è già alla terza visita della capitale britannica e ogni volta scopre qualcosa di nuovo.
Torniamo in hotel per qualche ora di sonno. Domani ci aspetta il viaggio di ritorno.
Ciao Londra!

giovedì 5 aprile 2012

Cefalonia: angolo di Grecia, scampolo di paradiso!

Immaginate natura. Tanta natura, selvaggia e rigogliosa.

Immaginate un mare turchese sfacciatamente bello da sembrare finto, ciottoli candidi come neve, sabbia dorata, scogli impervi e spiagge solitarie.
Immaginate il silenzio, o l'assordante richiamo d'amore di mille cicale; fiori colorati e profumi dimenticati.
Immaginate l'incessante suono delle onde che accarezzano la spiaggia deserta; il sole che incendia l'orizzonte ad ogni tramonto e panorami mozzafiato da cartolina che si inseguono ad ogni curva della strada.
Immaginate un'ospitalità disarmante, cibi ottimi e zero stress.
Questa è Cefalonia.
In Grecia ognuno può trovare l'isola che fa al caso proprio.
Cefalonia è per chi desidera una vacanza in cui rigenerarsi e godere della bellezza della natura. Ma siete avvisati: ci lascerete il cuore. Grazie ai diari di viaggio di altri turistixcaso abbiamo deciso di trascorrere qui le nostre vacanze di giugno. Cefalonia è una meta ancora di nicchia, un'isola abbastanza grande da offrire tranquille spiagge di ogni tipo (in prevalenza sabbiose a sud e rocciose\ghiaia a nord), specie in un periodo come giugno.

La sistemazione scelta ad un prezzo decisamente d'altri tempi (tramite tour operator La Nuova Gondola) è il Marina Anna in località Trapezaki. E' un piccolo e delizioso residence con giardino e piscina gestito da Tonia, una proprietaria a cui ci si riesce perfino ad affezionare: disponibilissima e gentilissima. Ogni monolocale (provvisto di tutto) ha un terrazzino vista mare.


Il residence

Piscina del residence

 
Per arrivarci abbiamo scelto il modo più massacrante. Traghetto Superfast Ferries Ancona-Patrasso e poi Patrasso-Sami con Strintzis Ferries (prenotato tramite Ellade Viaggi) con auto al seguito perchè le nostre vacanze sarebbero continuate in Puglia una volta finita la settimana in Grecia. Mi sento vivamente di sconsigliare questa modalità di viaggio. La traversata da Ancona a Patrasso è interminabile. Una volta a Patrasso, poi, bisogna aspettare qualche ora il traghetto per Sami. Considerando che partivamo da Genova abbiamo impiegato quasi 48 ore per giungere alla destinazione finale, in piena notte, stanchi morti, senza navigatore satellitare, segnaletica e illuminazione stradali latitanti!!! Aiuto!!!!!!!!!!!!!!!!! (non riesco ancora a crederci di aver trovato il residence a 40 kilometri dal porto di Sami...La mia battaglia personale contro il navigatore satellitare è ancora una volta vinta!!! Chiamatemi Michele Tom Tom.)



strintzis ferries


Da luglio è attivo un collegamento marittimo diretto da Bari o Brindisi verso Cefalonia, sicuramente meno stressante. Consiglio comunque di arrivarci in aereo e poi noleggiare un mezzo di trasporto in loco.



GIORNO 1

Ci svegliamo molto tardi a causa delle devastanti fatiche del viaggio che vengono dimenticate subito appena ci affacciamo al balcone: il panorama è bellissimo! Mare, montagne, in lontananza vediamo addirittura l'isola di Zante e tanto, tanto verde tutt'intorno. A impensierirci un po' solo qualche nuvoletta.... Appena fuori dalla stanza la nostra anfitriona Tonia, ci invita a prendere il caffè greco nel piccolo chiosco della piscina. Due chiacchiere, qualche consiglio utile e degustazione...degustazione mica tanto...diciamo che il caffè greco è un po' particolare e lontano dall'incontrare i nostri gusti. Mia moglie non ce la fa a mandarlo giù e per non sembrare irriconoscenti a me tocca berne due... Ok! Pronti per la spiaggia! Ombrellone, freesbee, fotocamera e andiamo!! In linea d'aria, la spiaggia ci sembrava vicinissima così decidiamo di andarci a piedi. Il problema è che le strade a Cefalonia sono tutte curve...Alla fine ci siamo ritrovati a camminare per un paio di Km in costante discesa, preoccupandoci per il ritorno (...in costante salita!). Quelle piccole nuvolette qua e là decidono di farci uno scherzetto...e in quattro e quattr'otto si scatena una sana pioggerella estiva, davvero rara da queste parti. Noi facciamo di necessità virtù e convertiamo il nostro ombrellone da spiaggia in ombrello da pioggia. Per fortuna l'acquazzone dura poco e nel frattempo che arriviamo in spiaggia è già tornato il sole. Una volta arrivati le foto si sprecano. Un'acqua così la si vede raramente, e siamo felici! Chilometri di spiaggia a disposizione, abbiamo dovuto solo passeggiare un po' tra la sabbia, un po' nell'acqua e un po' tra gli scogli (io sugli scogli ci sono caduto...)
 
 


per cercare il nostro angolo deserto. Dopo circa due ore, decidiamo di risalire: impresa drammatica. Pensiamo già all'interminabile salita che ci aspetta quando...il miracolo...Una macchina si ferma e due simpatici signori ci chiedono se vogliamo un passaggio. Ci sembra incredibile e saliamo sull'auto che ci porta al Marina Anna. La coppia è originaria dell' Inghilterra ma vive qui a Cefalonia.
In serata cena ad Argostoli, ovviamente con giro panoramico di mezza isola: ci siamo persi!!! Parcheggio gratis sul lungomare e cena al ristorante Kalafatis. Abbiamo assaggiato i famosi Souvlaki: ottimi! soprattutto quello di agnello. Dopo aver chiesto il conto ci viene offerto anche il dolce! Panna cotta greca buonissima e decisamente abbondante!! Al ritorno ci fermiamo nel giardino del residence ad ammirare il cielo: migliaia di stelle, non sembrava vero...




souflaki al kalafatis




GIORNO 2

Colazione all'italiana con vista mare e poi all'avventura in direzione Est! Prima spiaggia Koroni: MERAVIGLIOSA, ma la strada (...sarebbe più corretto chiamarla sentiero)...
 
 


...è da infarto e davvero difficile da trovare, per fortuna che la gente è sempre molto disponibile a fornire indicazioni. È quella che mi è più rimasta nel cuore. Sabbia e ciottoli bianchi, davvero deserta e l'acqua è di una trasparenza inaudita.






da non credere!




Seconda spiaggia Kaminia, dove nidificano le tartarughe caretta caretta. Sabbiosa, molto bella e particolare: il livello dell'acqua rimane sempre bassissimo! Indicata per i bambini e per chi non sa nuotare! Poi andiamo a Skala dove visitiamo la villa romana abbandonata a se stessa. Non siamo scesi in spiaggia perchè eravamo stanchi e c'era troppa gente per i nostri gusti, poi però scopriamo che a Skala la spiaggia va direttamente a Poros per sei km, torneremo a ritagliarci il nostro spazio. Torniamo alla base, un tuffo in piscina e poi il solito temporale. Chiediamo a Tonia di prenotarci un'escursione a Itaca per sabato, e in serata decidiamo di cenare in casa vista la stanchezza. Il menù riporta ottima pasta alla carbonara, si fa amicizia con i vicini tedeschi, una coppia di pensionati motociclisti grandi viaggiatori. Noi gli prepariamo un vero espresso italiano e loro ricambiano con l'ouzo.



GIORNO 3

...Venerdì 17!!! Non curanti delle credenze popolari decidiamo di avventurarci alla scoperta di nuove spiagge e di spingerci verso il nord dell'isola. Le strade qui sembrano tutte uguali ma nonostante questo ci facciamo forza e cartina alla mano partiamo. Riusciamo a trovare quello che cercavamo... Myrtos! E' una meraviglia ammirarla dall'alto, si rimane davvero a bocca aperta! Lungo la strada ci sono vari punti panoramici dove fermarsi a godere dello spettacolo gentilmente offerto da Madre Natura.
 
 




Myrthos



Ciottoli candidi, spiaggia lunga e mare tinto d'azzurro. Non possiamo far altro che scendere di corsa a fare il bagno in quell'acqua spettacolare che però digrada bruscamente e nel pomeriggio si agita parecchio. Bagnati e ancora increduli risaliamo in auto alla volta di Dafnoudi: la spiaggia delle foche... Siamo elettrizzati, soprattutto mia moglie che vuole a tutti i costi vederle. Seguendo la strada principale riusciamo a trovare la stradina che ci porta alla spiaggia o almeno così crediamo perchè dopo un po' ci ritroviamo in un piccolo parcheggio sterrato! Ci guardiamo perplessi e torniamo indietro per chiedere informazioni. La spiegazione è semplice, dobbiamo lasciare la macchina nel parcheggio e proseguire a piedi in un sentiero nel bosco... Prendiamo le nostre cose: asciugamani, crema solare, ombrellone e in ciabatte ci incamminiamo. Quando vediamo il sentierino immerso nelle sterpaglie ci viene il panico. C'è erba alta e sassi, nessuna persona, nessuna indicazione, niente! Non sappiamo nemmeno se la direzione è giusta e camminiamo per un po', poi visto che non si sente nemmeno in lontananza il rumore delle onde decidiamo di rinunciare e risalire, ma proprio in quel momento incontriamo due ragazzi che ci spiegano che ci vogliono circa 20-25 minuti di cammino per arrivare...sèèèè!!! Non ci pensiamo nemmeno e ritorniamo sui nostri passi! Grosso errore, perchè qualche giorno dopo vediamo una cartolina di questa spiaggia che è DA PAURA
 
 
kiraki tutta per noi!



E siamo di nuovo in macchina alla volta di Emblisi. Non appena arriviamo ci accorgiamo che è una piccola insenatura fatta di scogli e sassi, l'ombrellone non riusciamo nemmeno a metterlo e in un attimo ci ritroviamo attaccati dalle api! I simpatici animaletti sono davvero una piaga in questa parte dell'isola e non ci danno tregua e noi scappiamo letteralmente in auto...!!! Alla fine nervosi e arrabbiati ripartiamo alla volta di Fiscardo l'unico paese che non ha subito molti danni dal terremoto del 1953. E' caratteristico e carino e dopo una veloce occhiata ci rimettiamo in macchina e torniamo verso il sud. Dopo qualche km ci imbattiamo in un'altra spiaggia, davvero promettente e abbastanza solitaria. Non sappiamo il nome... forse Kiraki. Un bagno rinfrescante ci rigenera ma di nuovo il consueto attacco delle api! E' una tortura! Decidiamo di dare una svolta positiva alla giornata. Direzione Agostoli a caccia (fotografica) di tartarughe caretta caretta!!! Per fortuna ne vediamo tante nei dintorni del ponte!



caretta caretta!

 
Qui vengono a cercare cibo facile, dato che la zona è piena di barche di pescatori. Sono grandissime e tenerissime, un vero spettacolo della natura. Non ci stupisce che abbiamo scelto questa isola come loro dimora...Mica fesse le tartarughe! Torniamo a Trapezaki per una doccia e per cenare, poi si va al vicino bowling! Questo ci risolleva la serata! Siamo solo in cinque persone in tutto il locale ma nonostante questo ci divertiamo!



GIORNO 4

Si va ad Itaca, un altro luogo leggendario che mi ero ripromesso di visitare nel corso della vita!
Prenotato telefonicamente con Avalon Kefalonia Travel Services; 35 euro a testa compreso viaggio in bus fino a Sami, dove è previsto l'imbarco. Sul pullman sale la guida, Jhon, un omone inglese con delle basette impossibili che ci illustra il programma della gita e intanto che il bus percorre le tortuose strade di Cefalonia ci da qualche informazione su questa meravigliosa isola. Scopriamo per esempio che non esiste nessun fiume e l'acqua è presa unicamente dal sottosuolo. Arriviamo a Sami sotto un sole già cocente! Itaca mantiene la sua fama di isola aspra e petrosa, il panorama è ancora selvaggio e incontaminato.
 
 



scorci itacesi

La flora è rigogliosa e vediamo persino delle capre selvatiche! Era proprio così che me l'immaginavo e mi sento un po' Ulisse; immagino i suoi stati d'animo alla vista della adorata patria dopo vent'anni di naufragi e peripezie. E' emozionante trovarci in questa terra leggendaria, soprattutto per chi come noi vive di mitologia. Prima tappa un rinfrescante bagno in una deliziosa spiaggetta raggiungibile solo via mare, stretta in mezzo a imponenti pareti rocciose. Ci buttiamo uno ad uno nell'acqua gelida, è profonda circa 5 metri ma talmente limpida e pulita da riuscire a vedere chiaramente il fondo! Dopo mezz'ora ripartiamo alla volta di Vathi, la capitale. Quando arriviamo sul posto ci accorgiamo che della leggenda di Ulisse c'è ben poco, quasi nulla in realtà, solo una statua con cui non manchiamo di fare una foto. Il tempo a disposizione è davvero poco e lo impieghiamo bevendo qualcosa e facendo un giro veloce del posto tra architetture e quotidianità tipicamente greche. Un'ora dopo salpiamo alla volta di Kioni, la nostra terza tappa dove abbiamo a disposizione circa un'ora e mezza per mangiare e rilassarci. Appena scesi dalla barca ci troviamo immersi tra i profumi della cucina greca provenienti dai diversi ristorantini sul mare; ne scegliamo uno e ci sediamo. Il cameriere in un inglese fluente ci illustra i piatti, alla fine optiamo per totani fritti e suvlaki di maialino. In un attimo spunta un gattino, magrissimo e coccolone, capiamo subito che il suo scopo non sono di certo le coccole, così ecco il primo totano che vola nella sua bocca, in un paio di secondi siamo circondati da gattini affamati che miagolando e facendo le fusa si accattivano la nostra simpatia e decidiamo di dividere il nostro pasto con loro. Non contenti dopo pranzo ci sediamo sul piccolo molo e diamo da mangiare pure ai pesciolini che si avventano su un pezzo di pane fregato al ristorante! Alle 14.30 puntuali ripartiamo per un secondo bagno rigenerante. Se fate questa escursione ricordatevi una buona crema solare e degli asciugamani, il sole brucia e il legno della barca è arroventato! Ecco che ci fermiamo di nuovo per un tuffo in acqua, ovviamente cristallina e gelida (in piena digestione...)! La gita finisce e alle 17 torniamo a Sami dove il pullman ci aspetta per riportarci a Trapezaki. Siamo troppo stanchi per fare qualunque cosa, ci tappiamo in camera dove troviamo un cesto di dolcissime e gigantesche albicocche offerteci dalla cara Tonia e mangiamo sulla nostra terrazza vista mare. Due chiacchiere coi vicini tedeschi e poi a nanna.



tramonto dalla terrazza




GIORNO 5

Oggi è domenica. Parola d'ordine RELAX – andiamo ad Avithos beach, non molto lontano da Trapezaki, direzione Ovest. La spiaggia di sabbia è carina, l'acqua blu è irresistibile. Cediamo alle lusinghe della comodità, oggi è domenica e si può fare e noleggiamo 2 sdraio e ombrellone per tutta la giornata x 6 euro!!!! Pranziamo divinamente sul ristorante che dà direttamente sulla spiaggia.


ristorante in riva al mare


Il cibo è delizioso e il prezzo a dir poco conveniente. Nel pomeriggio torniamo al residence giusto per cenare e per una doccia e poi via ad Argostoli x una passeggiata e x gli ultimi souvenirs. Il centro di Argostoli è davvero vivace e carino, un susseguirsi di locali alla moda e ristorantini coi tavolini all'aperto dove sedersi a guardare la gente. Niente discoteche o eccessi. Una vita notturna piacevolmente soft.
 
 
 

GIORNO 6

Sveglia presto, colazione veloce e per le otto e mezza in macchina. Prima tappa cooperativa della Robola per degustare e acquistare il loro vino delizioso. Pur non essendo amanti del vino dobbiamo ammettere che è davvero squisito (specialmente quello rosè), così eccoci ad acquistarne 3 bottiglie al prezzo di 35 euro. Seconda tappa Grotta di Melissani. Arriviamo per le 10.30 circa, un po' presto per ammirare appieno lo splendore dei giochi di luce del mezzogiorno. Al prezzo di 7 euro a testa saliamo sulla barchetta per il giro di 15 minuti. L'acqua, se sfiorata dal sole, è di un turchese eccezionale e la macchina fotografica lavora a mille!
 


blu intenso nella grotta

 

Quando il giro finisce risaliamo in macchina in direzione sud est, nei dintorni di Skala. Abbiamo davvero una voglia pazza di sguazzare nell'acqua e dopo un po' di tentativi riusciamo a trovare la spiaggetta che fa per noi. E' carina e ovviamente quasi deserta! Ci rilassiamo, e ci divertiamo coi tantissimi pesciolini per nulla intimiditi dalla nostra presenza.
 
 

 
Veloce pranzo al sacco e poi alla volta del paesino di Skala per un gelato sotto la pineta. Qui ecco un simpatico cagnolino! Ce ne sono parecchi di randagi qui, ma tutti davvero dolcissimi. Gli abbiamo dato da bere ottenendo per ringraziamento un sacco di feste, poi finalmente appagati torniamo al residence per un tuffo in piscina!




Ceniamo a casa per poi uscire di nuovo. La mitica Tonia ci consiglia un aperitivo al castello di St. George, non molto distante dal residence. Dalla terrazza del locale si gode di un meraviglioso panorama e assistiamo al più bello dei tramonti sorseggiando ouzo e birra Mythos (in questa settimana avrò bevuto quintali di questa ottima birra...).


Abbronzatissima!!!


La notte è ancora lunga, si va alla solita Argostoli. Passeggiata e poi pita!
Non resistiamo vedendo tanti ragazzi che mangiano a quattro ganasce questa delizia (simile al kebab, da condire come si vuole) fuori dalla Grill House nella piazza principale e anche noi ne prendiamo due a un prezzo commovente... 2,2 euro l'una! Con sommo piacere scopriamo che i consigli di chi l'aveva già assaggiata non erano errati. Buonissimeeeeeeeeee.



GIORNO 7

Ultimo giorno, ahinoi... Oggi si va al mare nei dintorni di Trapezaki...non ci va di strapazzarci troppo. Scegliamo la spiaggia di Ay Helis, pochi kilometri in direzione ovest, ma bisogna avere fiuto per trovarla al primo colpo. Deliziosa spiaggetta di sabbia, con un mare scontatamente super cristallino. Torniamo al residence per pranzare e preparare le valigie. Il pomeriggio lo passiamo a sguazzare pigramente in piscina (ovviamente tutta per noi, dato che nel residence non c'è ancora il pienone di luglio e agosto). Siesta pomeridiana e poi via ad Argostoli per consueta passeggiata e per cenare alla Grill House!
Pita e souvlaki a go go, bibite e dessert per soli 19,50 euro!!!!!!!!!!



pita!!!


Ci mancherà tutto questo..
Arrivederci isola dei nostri sogni....